La corazza dello Scarabeo Ercole

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Arioch™
CAT_IMG Posted on 16/3/2008, 11:47




Dalla biologia ai materiali intelligenti
La corazza dello Scarabeo Ercole

Secondo i ricercatori lo stesso meccanismo potrebbe essere utilizzato per sensori dell'umidità in 'materiali intelligenti', specie negli impianti di trattamento degli alimenti.

Lo scarabeo Ercole (Dynastes hercules) è la creatura più forte del mondo, almeno se non si considerano i valori assoluti ma quelli relativi: esso è infatti in grado di sollevare e trasportare 850 volte il suo peso. Questa però non è la sola caratteristica eccezionale di questo coleottero: il suo esoscheletro infatti è in grado di cambiare colore, passando dal verde al nero quando nell'ambiente aumenta l'umidità, un fenomeno i cui meccanismi finora non erano stati chiariti.

A identificarli sono ora stati alcuni ricercatori dell'Università di Namur, in Belgio, che per scoprirli hanno utilizzato una combinazione di tecniche di microscopia elettronica e di spettrofotometria.

Come spiegano in un articolo pubblicato sul New Journal of Physics, la colorazione verde dell'insetto non è dovuta a un pigmento ma a un fenomeno di interferenza generato dalla struttura finemente porosa dell'esoscheletro, interferenza che viene distrutta quando l'umidità aumenta oltre una certa soglia e si deposita sulle pareti dei micropori.

Resta ancora da spiegare perché questo insetto tipico delle foreste del Sud America cambi colore. Secondo alcuni, la capacità di cambiare colore rappresenterebbe un esempio di mimetismo per sfuggire ai predatori: di giorno infatti il coleottero ha il colore delle foglie, mentre di notte, quando l'umidità nelle foreste aumenta, diventa nero. Altri invece imputano il meccanismo al fatto che la colorazione scura permette allo scarabeo di assorbire meglio il calore anche di notte.

Nella loro indagine, comunque, i ricercatori belgi non erano mossi tanto da preoccupazioni ecologiche, quanto tecnologiche: "Il tipo di comportamento mostrato dall'esoscheletro di Dynastes hercules potrebbe essere sfruttato in 'materiali intelligenti' per la creazione di sensori d'umidità, utili per esempio negli impianti di trattamento degli alimenti per monitorare in modo molto evidente le condizioni di umidità", ha detto Marie Rassart, che ha diretto la ricerca.


da Le Scienze
 
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